Cosa è la crescita personale (secondo me)
Questo è uno di quelli articoli dove trascrivo i miei pensieri. Di solito mi pongo davanti una parola, un concetto, e, in una completa modalità free flow (flusso libero) inizio a scrivere. Una cosa che mi intriga molto ed è anche uno dei motivi per cui scrivo, è il fatto che questi pensieri, queste opinioni, siano strettamente legati al momento in cui li butto giù, al livello di crescita, appunto, che ho raggiunto fino a quel preciso istante. Eccitante e destabilizzante allo stesso momento è sapere che, quando rileggerò questo articolo fra qualche anno, molto probabilmente non sarò d’accordo con me stesso del 2022. Ed è probabile che leggendo, potrete pensare che questo “flusso” non abbia alcun senso, o che sia privo di alcun valore. Vi chiedo quindi, di usare questa lettura come un esercizio, per esercitare la vostra attenzione e fluidità mentale. Provate ad aprire la mente e il cuore e provate ad accettare che le persone, o addirittura voi stessi in un altro momento della vostra vita, possiate avere un’opinione diversa dalla vostra attuale. E poi, se devo essere sincero, tutto ciò è più che altro una terapia che mi autoinfliggo per rimettere in ordine le mie idee, non tanto perchè voglio fare il “sottuttoio”. Quindi, ripeto, se ti va leggi, altrimenti lo sai cosa devi fare.
Iniziamo.
CRESCITA PERSONALE
La crescita personale è un argomento molto vasto, complesso, soggettivo. Non so da dove deriva, ma il mio obiettivo è da sempre quello di provare ad essere il più equilibrato e completo possibile, in ogni aspetto della mia vita, non dimenticandomi certamente di cercare il “centro” anche nell’essere equilibrato. Come diventare quindi un un essere umano completo e migliore?
Quando parlo di crescita personale, intendo un lavoro sotto ogni punto di vista, niente può essere lasciato al caso. La crescita deve avvenire dunque, in tutti e cinque le dimensioni che creano la nostra identità su questa terra:
- Spirituale
- Intellettuale
- Emozionale
- Sessuale
- Fisica
Può essere abbastanza avvilente quando ci approcciamo ad un lavoro così mastodontico, ma possiamo da subito metterci l’anima in pace, diventando coscienti che è un lavoro che non avrà mai e non può avere “una fine”. Infatti, abbiamo degli obiettivi così vaghi e alti, che non sono praticamente raggiungibili; come fate a raggiungere la “fine della propria crescita intellettuale”? come la “fine di quella emozionale”? come la “fine di quella fisica”? come raggiungere la perfezione? Ve lo dico io, non è possibile.
Quindi, stampatevi bene in testa queste parole:
“se una cosa non dipende da me, o se è più grande di me, devo imparare a rilassarmi e a fare quello che posso nelle mie possibilità.” Punto.
Non possiamo entrare in ansia perché non abbiamo raggiunto l’illuminazione spirituale, che dite? Siete d’accordo?
Quindi, come fare? Da dove iniziare?
Prima di tutto, darei per scontato che sicuramente, nella storia, è esistito qualcuno che prima di noi si è fatto le stesse nostre domande, quindi perchè non sfruttare il loro lavoro? A grandi linee, abbiamo a disposizione due opzioni: la prima è quella di seguire le linee guida di un filone di pensiero e farlo nostro, o altrimenti, possiamo porci un esempio da idolatrare, un qualcuno che personifica i nostri obiettivi più alti, e tentare di seguirlo in ogni suo passo. Naturalmente, sempre con occhio critico e analizzando come, queste scelte cambino inevitabilmente il nostro modo di essere, e se notiamo che cambiamo in peggio, tornando sui nostri passi. Quale che sia la nostra scelta, il nostro intento principale deve essere sempre quello di cercare di fare del nostro meglio per essere la migliore espressione di noi stessi nel momento in cui siamo. Basta. Easy. Per me non è ammissibile pensare “ormai è tardi, sono così, non posso farci niente.”, questa è solo la via procrastinatrice che pensiamo richieda meno sforzo rispetto all’impegno e alla disciplina. Ma in realtà non è così.
Tornando a parlare della crescita in generale, questa può essere un obiettivo per alcuni, potrebbe interessare altri, ma potrebbe anche non saltare in mente neanche una volta nella propria vita al resto delle persone. Ognuno ha le proprie priorità, le proprie prospettive ed i propri equilibri, e dobbiamo rispettarli. Se pensate di essere superiore ad un’altra persona solo perché avete letto Siddharta, avete imboccato la strada sbagliata, e sinceramente siete dei coglioni. Non sto giudicando eh.
Se una persona cerca la propria crescita, significa che ne ha bisogno, che ciò che è e ciò che ha fatto fino a quel momento non gli basta. Pensa di poter fare e dare di più. Ma questa non è sempre una forza positiva. Anzi.
Certamente, parliamo di una spinta, un’energia, che può portarti a dare il massimo, a fare “di più”. Può portarti a raggiungere dei risultati importanti, impensabili. Ma per chi? Sai davvero quali sono le cose importanti? E quali lo sono per te? Non confondiamo i parametri di successo generali, della società contemporanea, con quelli personali, perché molto spesso non coincidono.
Se hai uno spirito dedito alla ricerca, alla crescita, all’evoluzione, è anche possibile che non troverai mai pace, equilibrio. Confortante cazzo. Infatti, si, bello evolvere, crescere, diventare “di più”, ma direi che sarebbe bene anche provare a vivere una vita in pace con il mondo intorno a noi, e per farlo, di una cosa sono sicuro, dobbiamo prima essere in armonia con quello interno a noi.
Come diceva il Dalai Lama:
“la potenza è nulla senza il controllo”, ah no era uno slogan della Pirelli. Però ci sta.
Crescere, significa, per me, trovare sì l’equilibrio, ma anche il distacco.
L’equilibrio tra ciò che sei (che in realtà non lo sei – ma questo lo proverò a spiegare più in là), ciò che credi di essere, ciò che vorresti essere, ciò che gli altri pensano tu sia e ciò che gli altri pensano tu dovresti essere.
Lo so, è una torta, ma in poche parole è così.
Ci sono tutte queste “forze” che cercano di influenzare il tuo individuo, e cercano di tirarti dalla propria parte, allontanandoti dal tuo centro di equilibrio, spesso riducendoti a brandelli se non ti alleni e non sei forte abbastanza.
Ah, ti anticipo il finale, se mai vorrai farlo tuo.
Alla fine, tutte queste seghe sul “tu”, “io”, “lui, “lei”, “loro” ecc., sono appunto solo seghe, perché la realtà ti insegnerà, che non esiste alcun sé reale, è tutto solo un’illusione. E per arrivare a capirci qualcosa dobbiamo affrontare questo scherzo della mente attraverso il distacco.
L’equilibrio si può trovare solo con il distacco, che tu l’abbia innato oppure che tu debba lavorare sodo per raggiungerlo (come la maggior parte di noi). Il distacco dal sé serve per arrivare davvero a comprendere che questa idea dell’individuo separato dal tutto il resto è generato dalla mente, e che in realtà facciamo parte di un tutto. Vivere il momento, essere presenti, non sprecare energie pensando ossessivamente al nostro passato o al nostro futuro, questa è la soluzione.
Per ottenere questa pace, equilibrio, illuminazione, o come diavolo volete chiamarla, non esiste una unica strada. Non esiste una pillola magica che porti a questo stato, né tanto meno una guida su youtube, ah no, neanche un mini-corso online da 99€.
Esistono più strade, scoperte nel tempo dai nostri antenati, in continenti diversi, culture diverse; molte sono soggettive, adatte anche solo ad un preciso momento della vita, o solo ad alcune tipologie di persone, ma tutte mirano allo stesso obiettivo.
L’unica cosa che so è che ci vuole lavoro e disciplina, e non mi stancherò mai di dire che le cose di valore hanno un prezzo da pagare. Sacrificio.
Qua cercherò di darvi qualche spunto, di mostrarvi il mio lavoro quotidiano, le varie vie che ho provato e ciò che ha realmente funzionato su di me. No, non è un prontuario all’illuminazione, perché quello, ripeto, non esiste. Dobbiamo avere una mente fluida, aperta alle nuove sfide e cercare di tirarci fuori il più possibile.
Un primo piccolo consiglio pratico ve lo posso dare però:
provate ad essere degli yes human.
Avete visto il film di Jim Carrey (Yes Man)? Beh, se non lo avete fatto, guardatelo, con una mente aperta, e provate a metterlo in pratica, anche solo per un’ora, o per un giorno. Detto in due parole, la regola è di dire “si” a tutto quello che ci propone la vita.
- Un amico ti dice di uscire alle 11 la sera e tu sei in pijiama sul divano? La risposta è “si, vengo”.
- Il nonno ti chiede di aiutarlo a mettere a posto la cantina questo fine settimana? La risposta è “si con piacere”.
- Il postino ti chiede una mano a cambiare la ruota del motorino? “Si, vado a prendere gli attrezzi”, questa è la risposta.
Non è una pillola risolvi-problemi, ma vi metterà immediatamente in una condizione “diversa da solito”, sarete catapultati fuori dalla vostra comfort zone, starete dicendo si alla vita, vi aiuterà a farvi capire che ciò che una persona è e fa nella propria vita è solo ed esclusivamente dovuto ad una questione mentale, ad un’attitudine, e soprattutto che, si può “capire” tutto razionalmente, ma se non lo provi come sensazione fisica, non lo “comprenderai” mai fino in fondo.
Bisogna studiare si, ma anche mettere in pratica.
Siamo tutti dei supereroi se ci crediamo.
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